La “Parrhesia”
"La libertà è poesia, prende la sua libertà dalle parole, rompendo le regole del parlare comune, violando il senso comune. La libertà è violenza." (Norman O. Brown)
"Credere nell'Uomo significa credere nella sua libertà. Libertà di pensiero, di parola, di critica, di opposizione." (Oriana Fallaci)
Quando è il momento opportuno in cui essere attori di parrhesia? Ma prima di tutto cos'è la “Parrhesia”?
Parrhesia, dal greco “pan” (“tutto”) e “rhesia” (“ciò che viene detto”), è quindi la libertà di parola. Nell'antica Grecia fu individuata questa virtù. Si tratta del diritto attribuito all’uomo di dire tutto, senza frapporre filtri, limiti o censure. Questo sicuramente non avviene in maniera semplice, ma è importante che alla base della parrhesia ci siano conoscenza e coraggio. Quindi, il perfetto attore di parrhesia è colui che parla liberamente di ciò che deriva dalle sue conoscenze e dalla piena consapevolezza di sé stesso.
Già nell'antichità si andava diffondendo questo diritto: Socrate fu uno dei parresiasti più importanti della storia. Lui voleva creare con il proprio interlocutore un rapporto personale, intimo; era in grado di mettere a nudo l'anima del suo interlocutore facendo cadere ogni maschera e finzione; voleva guidare, attraverso il dialogo e la persuasione, colui che aveva davanti a prendere coscienza di sé stesso e a liberare o far partorire alla sua anima la verità: l’ “Alètheia”.
Ma oggi chi sono i parresiasti della nostra società? Chi è in grado di guidarci così come Socrate guidava le anime nella giusta direzione, cioè quella della verità?
Nella nostra società questo ruolo è incarnato da due soggetti principali: il docente e il politico.
Queste due figure, nella vita di tutti i giorni, sono veramente per noi fonte di ispirazione, ci guidano veramente nella direzione corretta? Scegliamo il giusto grazie alle loro parole? Poniamoci tutti i giorni queste domande, accresciamo ogni giorno il nostro senso critico.
" C'è una maschera per la famiglia, una per la società, una per il lavoro. E quando stai solo resti nessuno" (Luigi Pirandello)
No, noi non siamo nessuno, diamo voce ai nostri pensieri, facciamo cadere quelle maschere che ci accompagnano, nascondendo il nostro vero “io”, offuscando i pensieri carichi di significato che urlano nella nostra testa e la affollano. Rendiamo partecipe il mondo dei nostri ideali, facciamo sentire la nostra voce in maniera immediata ed efficace. Incidiamo con violenza,all'interno dei falsi ideali della nostra società che crollano al primo soffio di vento, i nostri pensieri vividi e reali, che provengono dal nostro cuore pulsante e dalle nostre menti libere. Sprigioniamo suoni striduli che alla nostra società potrebbero non piacere, abbiamo il coraggio di fare tutto ciò, ma soprattutto di far risuonare la nostra voce piena di speranza, sotto forma di canto libero, all'interno delle pareti del nostro piccolo mondo.
di Napoli Marta