8 Marzo- La festa dei fantasmi

08.03.2024

Ci accingiamo a celebrare, secondo lo spasmodico mondo del politicamente corretto, una festa che ogni giorno di più prende i connotati di una commemorazione di morti ammazzati.

Stragi, il cui sangue è femmina e urla ogni giorno di poter scorrere libero lungo le vene del corpo che ne è padrone, facendosi incandescente tra le mani degli uomini che hanno deciso di sporcarsene la pelle.

Stragi, le cui vittime sono donne schiave di un patriarcato, delle sembianze mostruose, ancora troppo vigile.

In Italia si consumano, in un anno, circa 150 femminicidi per mano di uomini, partner, ex partner, e figli, per un totale di 600 femminicidi negli ultimi quattro anni.

Questo significa che in Italia, il paese della giustizia, circa ogni due giorni viene uccisa una donna.

Una donna in più sottratta ai propri figli, ai propri sogni, alla propria Vita.

Una donna, che per mano di un uomo, muore.

Muore come se fosse un'assurda consuetudine che non fa nemmeno più paura.

Muore con la sola colpa di essere Donna.

In Italia, uccidere le donne è diventato normale.

La violenza omicida è soltanto la punta di un iceberg che sta trovando tana nelle più profonde cavità della terra. Ma ci sono gli stupri, le molestie, un linguaggio che disgiunge e non unisce, le disparità sul lavoro, e in fondo, ma solo in fondo, è rimasta qualche maceria di Storia.

Storia, dalla quale non siamo disposti ad imparare.

Storia che non si ricorda attraverso date, ma attraverso nomi. Storia che si chiama Giulia, Rosalba, Serena, Sara, Annalisa, Roberta, Elisa, Liliana; Storia che è disposta soltanto a ripetersi, perpetua nei giorni, negli anni.

Celebriamo in un giorno tutto quello che ci permettiamo di dimenticare durante il corso dell'anno.

Le Donne non possono morire perché sono Donne, le Donne non possono perdere il lavoro perché sono Donne, le Donne non possono essere ammiccate o palpate solo perché sono Donne, le Donne non possono smettere di esistere soltanto perché lo decide un uomo.

di Alice Canzoniero

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